La Mela Annurca: la Regina delle mele
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La Mela Annurca - ovvero come regolare naturalmente il colesterolo grazie alla Regina delle mele
La Mela Annurca Campana è un prodotto ortofrutticolo italiano che designa una varietà pregiata di mela tipica della regione Campania, considerata la "Regina delle mele". Possiede una quantità quadrupla di antiossidanti rispetto ad altre varietà di mele. Inoltre è utile per il mantenimento dei normali livelli di colesterolo nel sangue.
La raccolta di questi frutti, ancora acerbi, deve iniziare intorno alla metà di settembre onde evitare che si decompongano cadendo al suolo in quanto caduchi. Subito dopo, inizia la fase di maturazione detta "Arrossaménto" con l'esposizione al sole per 10-15 giorni. Le mele vengono sistemate a terra sui "Melài", vale a dire, strisce di terreno ricoperte da graticci di paglia ricavata dalla trebbiatura e delimitate da solchi per far sfociare l'acqua. Vengono frequentemente girate a mano (Avutàte, in lingua napoletana) sino a raggiungere il tipico colore che ne caratterizza anche lo straordinario sapore.
La Mela Annurca è presente in Campania dall'età preromana degli Italici Osci e Sanniti. Alcuni dipinti rinvenuti negli scavi di Pompei e di Ercolano, in particolare nella Casa dei Cervi, testimoniano la sua stretta connessione con il mondo romano nell'ambito della Campania Felix.
Luogo di origine dela Mela Annurca sarebbe il territorio di Pozzuoli, l'antica Puteoli, come riporta Plinio il Vecchio (I secolo d.C.) nel suo trattato: Naturalis historia, con la denominazione di Mala Orcula in relazione al limitrofo Orco, ovvero il lago d'Averno, sede degli Inferi. Secondo un'altra ipotesi, il nome deriverebbe dal verbo latino indulcàre riferendosi alla sopraddetta modalità di maturazione. Nel 1583, Giovanni Battista Della Porta nell'opera Pomarium, descrivendo i frutti prodotti nell'agro puteolano, afferma che: «...le mele che da Varrone, Columella e Macrobio sono dette orbiculàte, provenienti da Pozzuoli, hanno la buccia rossa, da sembrare macchiate nel sangue e sono dolci di sapore, volgarmente sono chiamate Orcole». Nei secoli successivi compaiono i nomi di Anòrcola e Annòrcola mentre l'attuale denominazione "Annùrca" è presente, per la prima volta, nel Manuale di Arboricoltura di Giuseppe Antonio Pasquale (1876).
La Melannurca Campana rischiò l'estinzione nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale. Largamente consumata prima del periodo bellico, durante gli anni 60 fu gradualmente sostituita da una varietà proveniente dagli Stati Uniti d'America, di dimensioni maggiori e migliore dal punto di vista estetico. Da circa 20 anni si assiste ad una larga ripresa di questa attività. Nel marzo 2006, a livello europeo, la denominazione "Melannurca Campana" è stata riconosciuta quale Indicazione geografica protetta (IGP).
L'Indicazione Geografica Protetta "Melannurca Campana" è stata riconosciuta, ai sensi del Reg. CE n. 2081/92, con Regolamento (CE) n. 417/2006 (pubblicato sulla GUCE n. L 72 dell'11 marzo 2006). L'iscrizione al Registro Nazionale delle Denominazioni e delle Indicazioni Geografiche Protette è avvenuta con provvedimento ministeriale del 30.03.06, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 82 del 7.04.04, unitamente al Disciplinare di produzione e alla Scheda riepilogativa (già pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea unitamente al predetto Registro 417/06).
Con una produzione di poco più di 60.000 tonnellate medie annue, la "Melannurca Campana" IGP costituisce l'80% circa della produzione campana di mele e il 5% circa di quella nazionale, per un valore complessivo stimato in oltre 40 milioni di euro. Attualmente è per circa 2/3 assorbita dai mercati regionali di Campania e Lazio, mentre circa un 20% raggiunge i mercati di Lombardia, Piemonte e Toscana. La tutela della Melannurca si aggiunge a quelle già accordate alla "Mela Val di Non" DOP e "Mela Alto Adige" IGP, garantendo a più della metà del raccolto nazionale la protezione comunitaria di qualità certificata. Pur contando su di una superficie di oltre 4.000 ettari (80% del totale Campania), la superficie iscritta al sistema di certificazione dell'IGP (dati 2005) è di 288 ha, per un totale di 86 aziende agricole produttrici iscritte al Registro. La produzione certificata è stata di 25.000 quintali circa, commercializzata da 4 delle 8 ditte confezionatrici iscritte al sistema IGP.
Grazie a una ricerca condotta dal professore Ettore Novellino dell’università Federico II di Napoli, si è scoperto che queste mele riescono ad abbassare il colesterolo “cattivo” del 28 per cento e ad alzare quello “buono” anche del 60 per cento. E questo grazie alla presenza di alcuni antiossidanti in misura quadrupla rispetto ad altre varietà di mele. Con il suo acido ossalico, e grazie alle fibre, è un perfetto sbiancante per i denti. Utile a chi soffre di calcoli renali: combatte l’acidità gastrica ed elimina l’acido urico.
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